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La Guerra di Putin contro l’Ucraina e la Russia

La Guerra di Putin contro l’Ucraina e la Russia
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Un uomo cerca di fermare così un carro armato russo

Non è una guerra, non è un’invasione. E’ un’operazione speciale. Così l’ha chiamata il presidente russo Vladimir Putin. L’Ucraina accerchiata, aggredita, invasa. I russi lo sanno bene, ma devono far finta di non saperlo. Chi dimostra di saperlo rischia di essere arrestato, come è accaduto fin dal primo giorno a migliaia di cittadini. I social media ancora ci sono ma ormai è solo questione di tempo, Facebook scomparirà portando via con sè Whatsapp. La corsa è già inziata verso Telegram, fondata da due fratelli russi, che è già ora la più diffusa app di comunicazione nel Paese, ma che potrebbe essere in difficoltà accogliere tutte insieme un numero di richieste molto elevato. 

La Russia, contrariamente a gran parte dell’Europa, non sta uscendo dal Covid 19. Presumibilmente anche colpa dell’inverno che in quasi tutta la Russia non se ne va fino a maggio. Il promo maggio è la data ‘ufficiale’, quando quasi tutti i russi si precipitano sui loro orticelli alla periferia delle città o nei villaggi di origine per seminare e piantare tutto quello che possono, pur con il rischio che il gelo ancora non se ne sia andato del tutto e mettendo così in pericolo la crescita dei semi e sopravvivenza delle piantine. E’ una preoccupazione molto seria perché i campi e gli orti dei russi non sono come i nostri pezzetti di terra che danno conforto alla vista piuttosto che allo stomaco. In Russia crescere la propria verdura e i propri ortaggi è questione di sopravvivenza. La gente conta su questo raccolto familiare perché così riesce a risparmiare e anzi se ha un po’ di terra in più potrà anche mettere la sua verdura su un tavolino al mercato del paese e guadagnare qualcosa o magari anche congelarla visto che a ottobre l’inverno comincerà già a farsi sentire.

Questa è la vita di gran parte dei russi. Ogni anno diventano più poveri, la vita è sempre più cara. Un medico o un insegnante difficilmente guadagna più di trecento euro al mese e il costo della vita non è più a buon mercato di quello di gran parte degli altri paesi europei. Prima del crollo dell’Unione Sovietica la proprietà privata non esisteva. Ma poi ogni famiglia ha avuto dallo stato la sua proprietà, che di solito coincideva con l’abitazione in cui già viveva. Ma alcuni hanno avuto di più. Sono riusciti ad accaparrarsi per poco o nulla enormi proprietà e aziende di stato, diventando oligarchi. E ogni anno che passa il loro denaro in patria e all’estero aumenta. E così il Paese del comunismo, dell’uguaglianza, il Paese dei niente e niente poveri è diventato un Paese di tanti poveri di pochi miliardari. E’ la distorsione e l’eccesso del più sfrontato del capitalismo. E poi c’è stata la corsa al lavoro. In epoca sovietica il comunismo non faceva rima con meritocrazia e la gente poteva continuare la propria vita senza sussulti ma con la certezza di un lavoro. Oggi no. Il lavoro bisogna sudarselo, ma anche sudando il guadagno per gran parte della gente è misero. 

Con il rublo in costante discesa rispetto a dollaro il potere d’acquisto si è andato assottigliando sempre più. Di fronte all’arricchimento di pochi e all’impoverimento costante della popolazione, dal cilindro di Putin esce l’avventura militare. E manda duecentomila soldati a ‘riconquistare’ l’Ucraina, ritenuta una sorte di provincia ribelle dell’impero russo. Un’ ‘operazione speciale’ dagli esiti infausti anche per la sua Russia. Vittime, sfollati, profughi, distruzione, perdite economiche, sanzioni, rafforzamento della NATO. Il mondo intero contro, salvo la Cina, che spera anche in qualche indizio su come e quando muoversi per fare di Taiwan un sol boccone.  

E’ l’ultimo errore di Putin. Certamente il più grave e devastante della sua lunga carriera nei servizi segreti prima e poi da presidente del più vasto Paese del mondo. Si è liberato degli oppositori con le buone o con le cattive. Ha massacrato con due guerre il popolo ceceno. Uno dei maggiori difensori dei diritti umani, soprattutto in Cecenia era Anna Politkovskaya. E’ stata uccisa davanti alla sua abitazione a Mosca nel 2006.  Era il 7 ottobre. Un regalo al presidente Putin nel giorno del suo compleanno, alcuni hanno scritto. Chissà cosa avrebbe fatto Putin se fosse stato al potere durante il crollo dell’Unione Sovietica. 

Ma soprattutto questa in Ucraina è un’operazione infausta per tutta la popolazione russa. E’ una guerra contro l’Ucraina ma anche contro la Russia. Perché a nessuno in patria piace questa guerra. Chi in Russia non ha un parente in Ucraina, un amico, un conoscente? L’Ucraina è cresciuta accanto alla Russia come un fratello un po’ più piccolo, ma pur sempre un fratello. 

Le parole guerra e invasione oggi sono proibite in Russia, ma sono sulla bocca e sul pensiero di ogni russo. Non se ne può parlare, il messaggio che circola è di non parlarne, far finta di niente perché si ha paura. Quando il potere si intrappola da solo non si tramuta in un animale qualsiasi perché contrariamente agli animali diventa ingordo. Mangia anche quando è sazio. I cittadini della Federazione Russa non meritano questo presidente. 

Gli anziani in Russia ben ricordano gli assedi di Stalingrado e Leningrado, l’eroismo della gente che ha sopportato l’insopportabile cacciando indietro l’invasore e di fatto dando il segnale della vittoria sulla grande barbarie del ventesimo secolo. Anche in Russia, non solo in Ucraina, gli anziani del ventunesimo secolo ricorderanno con quello stesso groppo in gola l’assedio di Kharkiv e di Kiev. 

27 febbraio 2022

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