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Assassinio annunciato

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Nel ricevere lo scorso anno il Premio Goldman, la più importante onorificenza  per i difensori dell’ambiente, la signora Bertha Caceres,  descrisse ciò che significava essere continuamente nel mirino, com’era lei. “Minacciano la mia famiglia. Mi seguono, minacciano di rapirmi e di ammazzarmi”, disse. “Questo è quello che ho davanti a me.”

Ora ci sono riusciti. Due uomini armati l’hanno sorpresa nel sonno, uccidendola  il 3 marzo nella sua casa. Caceres, 44 anni, madre di quattro figli, aveva ricevuto numerose minacce di morte e la autorità le avevano promesso una scorta della polizia che non era presente quando gli assassini si sono presentati a casa sua a La Esperanza, in Honduras.

Dal colpo di stato del 2009, giornalisti, giudici, sindacalisti, attivisti dei diritti umani, ambientalisti sono stati assassinati. Omicidi mirati con assassini quasi sempre ignoti.  Solo nel 2014 dodici ambientalisti uccisi. L’Honduras è il più pericoloso paese al mondo per chi osa difendere fiumi e foreste.

Da anni era impegnata a difendere i diritti dei Lenca, circa  250 000 persone, il gruppo indigeno più numeroso in Honduras. Solitamente lavorano come braccianti agricoli nelle piantagioni di caffè.  Insieme al resto della popolazione indigena vivono in una condizione di estrema povertà e di oppressione culturale e politica. Il governo centrale non riconosce né lingua, né religione, né autonomia sulle terre ancestrali.

L’anno scorso  la sua mobilitazione  contro il progetto della diga Agua Zarca le era valso il Premio Goldman, considerato il premio Nobel per l’ambiente. Lo sbarramento sul fiume Gualcarque – considerato sacro dai Lenca – secondo Cacares poneva a rischio l’approvvigionamento di acqua, prodotti alimentari e medicine di centinaia di indigeni, ignorando il loro diritto a una gestione sostenibile del loro territorio. Due ditte, la honduregna Desa  e la cinese Sinohydro, la più grande compagnia per centrali idroelettriche al mondo, sono impegnate nella costruzione della diga Agua Zarca. Una delle figlie dell’attivista uccisa  ha accusato il presidente Hernandez e le compagnie  Desa e Sinohydro, di essere i mandati morali dell’omicidio della madre.

“Il trenta per cento  del nostro territorio è stato consegnato alle multinazionali dell’industria mineraria, dove sono stati lanciati progetti aberranti, in un’ottica neoliberale secondo la quale l’energia non è più un diritto fondamentale per l’umanità”, aveva detto nel suo discorso di accettazione del premio Goldman.

Migliaia di persone hanno accompagnato la bara della signora Caceres gridando “Giustizia, giustizia”, “Bertha è viva e la lotta continua”.

17.03.2016

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2 Commenti

  1. Giovanna Marzo 20, 10:37

    Che vergogna.

  2. Stefano P. Marzo 20, 11:49

    Anch’io avevo avuto la stessa impressione.

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