Il prezzo della libertà
Ali al Nimr aveva 17 anni quando venne arrestato in Arabia Saudita quattro anni fa, insieme ad altri due ragazzi, minorenni come lui all’epoca. Gli sarebbero state estorte confessioni sotto tortura. Processato e condannato alla pena capitale nel 2013, che in questo caso vuol dire decapitazione e crocifissione. Potrebbe essere giustiziato in qualsiasi momento. La sua prima ‘colpa’ è di aver preso parte, nel 2011 insieme ad altri giovani, a manifestazioni anti-governative. La sua seconda ‘colpa’, altrettanto ‘grave’, è di essere nipote di un iman sciita, Sheikh Nimr al-Nimr, giustiziato a sua volta il 2 gennaio insieme ad altri 45 prigionieri, la più grande esecuzione di massa in Arabia Saudita dal 1980. Dopo le esecuzioni vi furono grandi proteste e manifestazioni anti saudite in Iran e in altre parti del Medioriente, rendendo ancor più profondo il solco fra sciiti e sunniti. ‘E’ stata una notizia terribile’, ha raccontato dagli Stati Uniti, dove vive, il figlio dell’imam, Mohammed al-Nimr. ‘Ma ce l’aspettavamo. E lui sapeva che avrebbe pagato il prezzo più alto. La sua lotta per la giustizia e la dignità era diventata una spina nel fianco dei principi sauditi.’ L’imam sciita, nell’Arabia Saudita sunnita, parlava a gran voce di abusi sui diritti umani e di tirannia. In un comunicato il governo saudita ha detto che i prigionieri hanno avuto un giusto processo, che erano terroristi e che la sicurezza nazionale è suprema.
Ora si attende con il fiato sospeso qualche notizia sul destino del nipote già condannato a morte. Da tutto il mondo sono stati lanciati appelli alla clemenza per il giovane al Nimr. La madre ha chiesto il rilascio del figlio. Quanto meno chiede un nuovo processo pubblico ed equo in conformità con gli standard internazionali, basato su prove piuttosto che su accuse inventate. Ma pochi si fanno illusioni.
Racconta che prima del suo arresto la sua famiglia conduceva una vita normale. Amava tutto ciò che era bello, dice: Dio, la virtù, la natura, il mare, il sole, gli alberi e gli animali. E’ sempre stato ottimista e sorridente, gli piaceva leggere e fotografare e passava gran parte della giornata curando, pulendo e dando da mangiare agli uccelli. Non gli piaceva tenerli in gabbia: li liberava per farli volare intorno al giardino senza che nessuno desse loro fastidio.
17.03.2016
Grazie per queste considerazioni, offrono una nuova prospettiva sulla situazione.
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Questo articolo mi ha colpita molto.