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Il Giuramento di Ippocrate

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Vizzolo Predabissi - il parcheggio dell'ospedale

‘Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo, giuro di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l’eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario’.

Ogni medico presta questo giuramento solenne prima di accedere alla professione. Si chiama Giuramento di Ippocrate. Risale al quinto secolo a.C. modificato successivamente in chiave moderna. Ma all’Ospedale di Melegnano – Vizzolo Predabissi, via Pandina 1, nell’hinterland milanese, se ne sono dimenticati.

L’8 agosto  scorso un gruppo di migranti  provenienti da Somalia, Etiopia e isole Comore, dopo aver attraversato per tre settimane il deserto, il mare e rischiato la vita, sbarcò in Sicilia. La Croce Rossa, dopo aver fatto controlli di massa, ha scritto sul foglio di consegna che i migranti non presentano sintomi riconducibili a malattie infettive ma ha prescritto di procedere comunque alla “sorveglianza sindromica” presso il centro di accoglienza. La prefettura di Milano ha contattato una cooperativa per l’accoglienza presso il centro migranti di Vizzolo Predabissi, nell’area metropolitana di Milano. Gli operatori della cooperativa si sono accorti però che non stanno bene. Hanno notato segni visibili compatibili con infezioni alla pelle, agli occhi e anche ferite alle gambe. Avevano occhi arrossati, prurito alle braccia, mani e tronco. L’ufficio igiene è chiuso e il medico del centro ha suggerito di portarli al pronto soccorso più vicino. L’unico presidio medico di zona aperto è il pronto soccorso dell’Ospedale Vizzolo Predabissi. In quel momento il responsabile del pronto soccorso, il dottor Daniele Camisa è assente. Ci sono però tre altri medici in servizio. Ma una volta arrivati i migranti, i sanitari del pronto soccorso decidono di non visitarli. “Non è di nostra competenza” dice ad Humanitas il dottor Camisa. ‘Il pronto soccorso è per l’emergenza, non per lo screening di malattie come la tubercolosi’.

Sul sito dell’Ospedale vengono elencati i servizi offerti dai vari reparti. Nella sezione riservata al pronto soccorso nel capitolo che descrive i servizi offerti ai casi non urgenti (codice bianco), si legge: ‘Codice bianco – non urgente – viene assegnato ai pazienti con problemi non urgenti e differibili. Questi pazienti, ai quali può essere attribuito il pagamento di un ticket, vengono comunque assistiti ma dopo gli altri’. Ma così non è stato.

21.08.2016

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