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crimini di guerra Sri Lanka

Le Nazioni Unite hanno condannato il governo di Sri Lanka per il suo rifiuto a indagare sulle atrocità commesse durante la guerra civile che ha devastato il Paese per un quarto di secolo, fino al 2009. “La mancanza consistente a indagare efficacemente, a perseguire e punire gravi crimini”, ha detto il Commissario dell’ONU per i diritti umani Zeid Ra’ad al-Hussein, “sembra riflettere una riluttanza o timore ad agire nei confronti di appartenenti alle forze di sicurezza”.

L’ONU aveva accusato in precedenza i soldati srilankesi di aver ucciso migliaia di civili nelle settimane che hanno preceduto la fine della guerra con le cosiddette Tigri Tamil, terminata nel maggio del 2009. I militari sono stati accusati di aver deliberatamente bombardato ospedali e civili intrappolati in un piccolo tratto lungo la costa nord orientale dell’isola di Sri Lanka, dove si erano rifugiati poche centinaia di ribelli durante l’offensiva finale dell’esercito.

Zeid insieme al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha chiesto più volte un’inchiesta internazionale indipendente per appurare eventuali crimini di guerra. Una risoluzione dell’ONU dell’ottobre 2015 aveva chiesto l’insediamento di una commissione d’inchiesta entro diciotto mesi. La risoluzione era stata allora accettata dal governo di Sirisena. Ma ora il Presidente di Sri Lanka Maithripala Sirisena si rifiuta di aderire alla richiesta sostenendo di non voler permettere  ad organizzazioni non governative di  interferire nell’opera del suo governo e che non permetterà di perseguire i suoi soldati. Secondo Zeid qualsiasi tentativo di ottenere giustizia per essere credibile può avvenire solo attraverso il coinvolgimento di giudici internazionali.

Sirisena venne eletto presidente l’anno scorso sconfiggendo il rivale ed ex presidente Mahinde Rajapakse, ritenuto in gran parte responsabile degli abusi dei soldati durante la guerra civile. Sirisena appartiene alla comunità maggioritaria singalese. Nella sua campagna elettorale aveva ottenuto il sostegno della minoranza tamil dopo aver promesso che sarebbero stati perseguiti gli abusi commessi in gran parte dai miliari singalesi contro la comunità tamil. Secondo gran parte degli osservatori internazionali in ventisei anni di guerra civile sono morte fra ottanta e centomila persone in gran parte civili, di cui quarantamila durante gli ultimi mesi.

Wikileaks ha pubblicato documenti segreti americani relativi agli anni 2009-2010 in cui diplomatici statunitensi sostengono che l’ex presidente Rajapakse sia stato responsabile dei massacri di civili tamil durante gli ultimi giorni di guerra. In patria Rajapakse è indagat0 per corruzione e abusi, ma non per crimini di guerra. “Al centro di tutto questo vi sono le vittime”, ha detto il Commissario ONU per i diritti mani Zeid. “Non ci potrà mai essere una pace sostenibile senza giustizia per le vittime.”

22.03.2017

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